Riflessioni

Ci sono persone in una relazione complicata… col lavoro.

Ci sono persone in una relazione complicata… col lavoro.

Il rapporto di coppia, è un qualcosa di auspicabile, anche se non tutte le desiderano o lo vivono nella stessa maniera.

Il vero problema è che in molti casi, il partner è “formalmente” un amante: il terzo “incomodo”.

Diverse persone hanno una relazione complicata col lavoro.

Non so parlando di tresche aziendali

Non è una questione di sensualità o attrazione tra colleghi di lavoro: intendo proprio una intromissione da parte del lavoro in quanto responsabilità, scadenze, obblighi.

Un certo numero di persone viene talmente “schiacciata” da questa situazione.

In un certo senso, sono vittime. (non in senso letterale, ma in senso figurato).

L’amante geloso (e stalker)

amante geloso

L’avvento del covid e il relativo telelavoro obbligatorio, piombato tra capo e collo, ha finito per determinare meccaniche sociali distorte.

  • Se la persona non è visibile, allora forse non sta lavorano. O lavora meno.
  • Se ho il dubbio che la persona non lavori, devo controllarla di più o darle più lavoro.
  • La persona non è fisicamente presente, quindi posso scrivere una email o mandare un messaggio whatsapp fuori orario lavorativo tanto ci farà caso domani. (e poi invece non è così, perchè anche se la persona ignora la comunicazione, gli rimane in testa per tutta la notte).
  • Le priorità sono sconvolte: il lavoro ha la precedenza su tutto. Guai a tardare o a prendersi del tempo per se stessi. Guai a trascurarlo. E non parliamo dei freelancers: se ti ammali, come fai ? Puoi ammalarti senza conseguenze ?

Se questi punti ti sembrano familiari, complimenti (ironici), hai un amante geloso e insicuro che a tratti è uno stalker.

Chi ci rimette per primo è il partner

La persona che rappresenta l’altra metà della coppia risulta danneggiata dalla situazione.

  • Comprendere l’altra persona è complesso, serve una dose di empatia non da poco.
  • Le proprie esigenze diventano una priorità inferiore, rispetto al benessere (già compromesso) del partner
  • Lo stress comincia ad aumentare anche per stupidaggini.

Quello che dovrebbe essre un rapporto bilanciato rischia di arrivare alla rottura a causa dell’interferenza del lavoro.

E non metto nel conteggio eventuali figli, perchè è un ambito che non conosco.

Si può arginare il problema?

Qua entriamo nei pareri personali.

Da 50enne appena compiuto, single in fase terminale da diversi anni, mi sento di iniziare dicendo “un buon lavoro non vale un buon rapporto di coppia”.

Ma vediamo alcune considerazioni più precise.

1. Comunicare spesso e bene

Tenersi tutto dentro è terribilmente controproducente. Per se stessi, ma anche per il partner. Eventualmente potrebbe creare stress che impatta su amici e parenti: è come un uragano che acquista forza.

Quindi parlare col partner e con degli amici di vecchia data, aiuta ad avere punti di vista differenti. Anche se non venisse fuori una soluzione, si è fatto un passo fondamentale per eliminare la tensione.

Questo non vuol dire solo lagnarsi in continuazione: perchè si rischia solo di ribaltare su un’altra persona la propria frustrazione. Si diventa un “vampiro psichico”. Bisogna invece accettare il confronto e usarlo come stimolo a cambiare le cose. Anche le altre persone hanno paure e preoccupazioni, non sfruttiamole, ma anzi porgiamo la spalla quando serve.

2. Valutare il sostegno psicologico

Può essere un passo molto difficile da prendere, ma uno psicologo può aiutare a identificare i problemi che affliggono una persona.

Consideratelo come il parlare con un amico che non sa nulla di voi, tranne quello che gli dite, ma può aiutarvi a capire voi stessi.

3. Valutare il cambio di lavoro

L’ho lasciato per ultimo perchè è un passo importante, che andrebbe valutato con molta cautela.

Se il lavoro vi rende infelici, valutate di cambiare lavoro.

Ovviamente bisogna fare una serie di considerazioni:

  • Se siete in un rapporto di coppia, parlatene bene col partner: così che la cosa non piova dal nulla tra capo e collo.
  • Se non create problemi alle persone a voi care: Non vi preoccupate dell’azienda, voi siete un “numero”, sostituibile. Non c’è una vera lealtà aziendale nella maggior parte dei casi (ma non tutti per fortuna).
  • Se avete trovato o state trovando un lavoro equivalente, a livello di tipologia e sopratutto di reddito prodotto.

Appunto sul lavoro “equivalente” (o meglio)

Abbandonare un lavoro sembra sempre una prospettiva spaventosa e non potrebbe essere altrimenti.

Sopratutto dopo anni di esperienza maturata, l’idea di rimettersi sul mercato sembra orribile, sopratutto perchè magari si ritiene obsoleti o in competizione con persone più giovani.

In realtà il confronto è impreciso: dobbiamo metterci in competizione con noi stessi del passato.

Quindi diventa importante:

  • Imparare continuamente nuove skill: a costo di sacrificare qualche pezzetto dei weekend, bisognerebbe sempre cercare di aggiornarsi. E bisogna iniziare a farlo prima possibile, perchè poi con l’età che avanza diventa sempre più faticoso imparare cose nuove.
  • Farsi una buona rete di contatti lavorativi: Linkedin da questo punto di vista aiuta, bisognerebbe connttersi a persone che incontriamo e ogni tanto (3 mesi ? 6 mesi ? ) mandare un messaggio per sapere come va sul lavoro. E' una pratica da responsabile delle vendite, ma in realtà ogni persona dovrebbe essere in grado di “vendere se stessa” agli altri.

E se va male il cambio di azienda ?

A volte le aziende sono brave a vendersi e a indorare la pillola. (che a volte è una supposta).

Le casistiche sono a vostro favore:

  • La nuova azienda fa schifo come prima e prendo gli stessi o meno soldi: il caso peggiore. Se non ci sono possibilità di crescita, andate via prima possibile.

  • La nuova azienda fa schifo, ma prendo più soldi: è una tappa, ma almeno non vi impoverite. E almeno inizilmente avrete meno responsabilità, essendo arrivati da poco (non ci sono aspettative).

  • La nuova azienda è ok, ma prendo come prima o meno soldi: Abbiamo tolto una causa di stress, che è importante. Adesso bisogna capire come incrementare il reddito, ma è un discorso che si può fare gradualmente nel tempo che ci si ricava.

I soldi forse non danno la felicità, ma la miseria è sicuramente causa di stress.

  • La nuova azienda è ok e prendo più soldi: BINGO!

Quindi ci sono 2 casi positivi, uno neutrale e uno pessimo. Non male eh?